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Il paradosso dell’antagonista | L’esempio di Whiplash (2014)

In questo articolo analizzo le caratteristiche dei personaggi presenti nel film Whiplash (2014) di Damien Chazelle per realizzare delle considerazioni paradossali attorno ai personaggi aiutanti e ai personaggi antagonisti.

Prima di iniziare: prima di leggere questo articolo dovresti vedere o rivedere il film. Fatelo se non volete che vi scagli una sedia addosso.

Se questa frase vi sembra troppo brutale SIGNIFICA CHE dovreste rivedere il film. Fatevi questo regalo.

Whiplash di Damien Chazelle è uno dei film che maggiormente mi hanno emozionato negli ultimi anni. L’ho scoperto durante le lunghe giornate di distanziamento sociale del 2020 e l’ho rivisto poco tempo fa. Entrambe le visioni mi hanno emozionato tantissimo. Per questo ho deciso di dedicare un po’ di tempo a questo bellissimo film, attraverso questo articolo.

Ripassiamo un momento la trama e facciamolo dalla prospettiva dei personaggi:

Whiplash è la storia di Andrew Neiman, un giovane batterista iscritto al prestigioso conservatorio Shaffer di Manhattan. Andrew vorrebbe diventare un riconosciuto musicista, ma prima deve riuscire a convincere l’inflessibile, rude, manipolatore direttore Terence Fletcher, un (sadico?) perfezionista alla ricerca di un talento puro.

Già da questa breve descrizione si può notare come i due personaggi sono legati tra di loro in modo conflittivo. Andrew ha bisogno di Terence, l’allievo ha bisogno del maestro, tanto quanto il maestro alla ricerca del talento puro ha bisogno dell’allievo.

Entrambi hanno bisogno l’uno dell’altro EPPURE entrambi sono un’ostacolo per l’altro. Andrew, l’allievo, vorrebbe compiacere il proprio maestro, ma è troppo timido, troppo umile, troppo acerbo per poter accontentare il suo perfezionismo. Terence, il maestro, vorrebbe incontrare la perfezione, il genio, un musicista sublime come Charlie Parker, ma si sa, la perfezione non è qualcosa di umano, inoltre i suoi metodi violenti intimidiscono e scoraggiano le giovani promesse alla ricerca della sua approvazione.

Percepite i conflitti in questa relazione?

Una domanda che mi sono posto durante tutta la visione (soprattutto durante la seconda visione, perché durante la prima ero totalmente rapito dalla storia): per l’allievo, il maestro è un aiutante o un antagonista?

Andrew vorrebbe diventare un musicista affermato e riconosciuto nella sua genialità, giusto? Fletcher, il maestro, gli fornisce l’opportunità di entrare nella propria band, lo istruisce, lo plasma quindi dovrebbe essere un aiutante. Corretto?

Eppure, andate a rivedere il film. Guardate le azioni che compie il maestro nei confronti dell’allievo: lo aggredisce, lo insulta, lo umilia, lo degrada, lo ossessiona, lo ignora anche quando (sanguinante) mette tutto sé stesso durante un concerto, lo seduce, lo inganna, lo rovina. Questo vi sembra il comportamento di un aiutante? Non direi, è il comportamento di un antagonista.

Pensate alla sequenza finale: Fletcher seduce Andrew invitandolo a partecipare ad un importante concerto durante il quale suoneranno gli standard che avevano imparato durante il conservatorio. La sera del concerto il maestro cambia la scaletta, senza avvisare Andrew, che si trova su un palco prestigioso a suonare delle musiche che non conosce. L’intenzione del maestro è chiara: umiliare e rovinare la carriera del giovane musicista per vendicarsi della denuncia per maltrattamenti che questi aveva sporto ai tempi del conservatorio.

Vi sembrano comportamenti da aiutante? No, sono comportamenti da antagonista.

Eppure (che a questo punto diventa la parola più usata in questo articolo) eppure dicevo, nella scena finale la rabbia che il maestro ha provocato nell’allievo permette a quest’ultimo di realizzarsi come artista attraverso un assolo meraviglioso, realizzando così il suo sogno, ma anche quello del maestro che si rende conto di trovarsi finalmente davanti a un talento vero.

Quindi, alla fine, l’antagonista si scopre aiutante… mi sono un po’ perso, anche voi? È normale, tranquilli, è uno dei paradossi dell’aiutante (e dell’antagonista) che avvengono in scrittura.

Infatti quando voi scrivete una storia, solitamente, scrivete una storia che ha come protagonista un personaggio che sta vivendo un conflitto. Il vostro protagonista (o la vostra protagonista) vorrebbero ottenere qualcosa o vivono un’urgenza che li porta a dover compiere un’impresa.

In questo viaggio verso il desiderio il/la protagonista è accompagnato da vari personaggi. Ci sono personaggi che lo affiancano per aiutarlo: gli aiutanti. Ci sono personaggi che lo contrastano per fermarlo: gli antagonisti. Corretto?

No, non direi proprio. Ma come!

Formulata così la vostra rete di personaggi rischia di portarvi in una strada senza uscita, fidatevi. Infatti per funzionare la vostra rete dei personaggi dovrebbe prevedere questo tipo di impostazione: da una parte ci sono gli antagonisti che cercano di impedire che il protagonista raggiunga il proprio obiettivo (e cercando di impedirlo coscientemente). Dall’altra parte ci sono gli aiutanti CHE COMPLICANO il percorso del protagonista (e lo fanno incoscientemente).

Capicci?

RICORDATE: la storia si basa sul dramma, il dramma è conflitto. Tutto ciò che non serve al conflitto, ma lo risolve, non è utile alla storia PER QUESTO gli aiutanti dovrebbero sempre essere I PEGGIORI AIUTANTI POSSIBILI.

Esattamente come in Whiplash Fletcher è un aiutante che complica il percorso di Andrew tanto da sembrare un vero e proprio antagonista. Anzi, probabilmente in questa storia, non ha senso separare un aspetto dall’altro.

Volete la pistola fumante? Eccola!

Non ci sono molti personaggi in Whiplash, ma pensate al personaggio del padre di Andrew. Un padre protettivo, presente e preoccupato del futuro del figlio. Il padre di Andrew vorrebbe che suo figlio rinunciasse al proprio desiderio di diventare un batterista per intraprendere una vita “normale”. Vorrebbe questo perché lo ama! Detto questo: secondo voi il padre è un aiutante o un antagonista?

Non c’è distinzione tra aiutante e antagonista. Entrambi ostacolano il protagonista. Perché lo fanno? Perché la storia regge fino a quando c’è conflitto. Capito? O devo tirarvi una sedia addosso? (è una citazione, calmini eh!)

Se volete farvi un regalo leggete la sceneggiatura di questa opera d’arte, la trovate a questo link.

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