FilmSceneggiatura

Come indicare in sceneggiatura che una scena è un sogno

In questo breve articolo suggerisco delle possibili soluzioni pratiche per indicare in modo semplice che una scena è ambientata durante un sogno.

In molti sognano di diventare sceneggiatori e a volte, mentre sognano, si chiedono: “Come potrei indicare in sceneggiatura che una determinata scena è ambientata in un sogno?”.

Come forse ben sapete, la scrittura di una sceneggiatura segue delle regole standard, rigidamente codificate. Eppure in questa rigidità c’è spazio per molta creatività e autonomia di scelte.

Alcune decisioni, quando si tratta di scrivere, devono essere prese da chi scrive. La più ricorrente è ad esempio “Come indicare un flashback?” di cui mi sono occupato già in un precedente articolo. Ma anche i sogni non scherzano. Come indicarli in modo preciso, pulito e professionale?

I principi da seguire sono sempre gli stessi: sintesi, semplicità e coerenza. Tradotto: bisogna cercare una soluzione poco invasiva a livello di caratteri utilizzati, che non intacchi l’impaginazione e che sia sempre uguale all’interno di tutta la sceneggiatura.

Per scrivere questo articolo ho dato un’occhiata a una serie di sceneggiature nelle quali sono presenti sogni o allucinazioni o visioni: American Beauty, Big Lebowski, Eternal Sunshine Of The Spotless Mind, Revenant, Inception, Joker, Scott Pilgrim vs The World, … e sapete una cosa? Nella maggior parte dei casi il fatto che la scena è ambientata in un sogno NON viene nemmeno indicato.

Come mail? Diverse ragioni, almeno 2. Una di natura produttiva: in molti casi le sceneggiature che ho letto sono scritte da chi poi le dirigerà e quindi non ha la necessità impellente di mettere in evidenza il fatto che si tratta di un sogno o di realtà.

L’altra di natura tecnica: quando dalle descrizioni si EVINCE IN MODO PALESE che si tratta di un sogno, non serve indicarlo.

Ma, ma, ma, noi siamo degli sconosciuti, non abbiamo ancora un nome, non sappiamo chi leggerà la nostra sceneggiatura e non vogliamo cadere in malintesi. Ecco allora dei suggerimenti interessanti:

  1. Indicare nella didascalia della scena che l’ambientazione è legata ad un sogno. Questo avviene nella sceneggiatura di Scott Pilgrim vs The World, nella scena in cui Scott ha la visione (sogno ad occhi aperti) della sua amata Ramona Flowers: EXT. THE DREAM DESERT – HOTTEST DAY
  2. Indicare nella didascalia della scena il fatto che si tratta di un sogno o di una allucinazione. Questa tecnica viene usata nella sceneggiatura di Joker nel momento in cui Arthur rientra nel suo palazzo dopo aver assassinato tre persona nella metropolitana di Gotham. Il suo incedere all’interno dell’edificio viene descritto nella didascalia “come se fosse in un sogno”. Una tecnica simile viene utilizzata in Eterna Sunshine Of The Spotless Mind dove il passaggio da una allucinazione all’altra viene riportata semplicemente nelle descrizioni con espressioni del tipo “It’s a street you might see in a dream”.
  3. Interessante è anche la soluzione presentata in Iception, un film basato sui sogni e su differenti livelli onirici. In questo caso l’autore, per suggerire il fatto che molto probabilmente si è passati da una realtà all’altra indica nell’intestazione di scena un’indicazione un po’ invasiva, ma efficace INT. BULLET TRAIN COMPARTMENT – DAY (FEELS LIKE DIFFERENT TIME)
  4. Una quarta opzione, che però non ho incontrato da nessuna parte potrebbe essere quella di indicare tra parentesi il sogno accanto all’intestazione della scena, come ad esempio INT. ARTICOLO SUL MIO SITO GIORNO (SOGNO).

Direi che le opzioni 1 e 4 sono le più pulite, perché poco invasive e permettono poi di far parlare le didascalie, ovvero le descrizioni delle scene, che devono sapere di sogno.

Vi è stato utile questo articolo? Neanche per sogno. Besos!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenti sul post