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10 riflessioni sul tempo a partire da 1917 di Sam Mendes

In questo articolo propongo alcune riflessioni sul tempo a partire dall’opera cinematografica 1917 di Sam Mendes (2019).

Era da tempo che volevo scrivere un articolo su uno dei film che più mi ha emozionato negli ultimi anni, 1917 di Sam Mendes, ma non sapevo bene da che parte iniziare, così ho deciso di prendere tempo, tempo per rivederlo, tempo per leggere la sceneggiatura e tempo per trovare una chiave di lettura su quest’opera. Alla fine la chiave di lettura era lì, davanti ai miei occhi, era il tempo (che COLPO di scena!).

Quanto dura una scena?

Quanto “pesa” una pagina di sceneggiatura?

Qual è il ritmo da dare alle descrizioni, ai dialoghi e ai monologhi in sceneggiatura?

Chi ha a che fare con la sceneggiatura (e con la scrittura drammatica in generale, perché questo discorso può valere anche per il teatro) si fa molte domande sul tempo. 1917 è un film che può aiutarci a ragionare e trovare delle possibili prospettive e soluzioni su questo argomento.

Prima di iniziare, conosci la trama di 1917?

Il 6 aprile 1917, due soldati britannici che combattono nelle trincee del fronte occidentale, devono attraversare la terra di nessuno per portare con urgenza un messaggio alla divisione comandata dal colonnello Mackenzie, in quanto il suo battaglione sta per cadere in una imboscata.

1917 parla del viaggio di questi due giovani soldati, Tom Blake e William Schofield, una corsa contro il tempo che il regista (e co-sceneggiatore assieme a Krysty Wilson-Cairns) racconta con due lunghissimi piani sequenza (non sai cos’è un piano sequenza? Tranquill* adesso te lo spiego).

Analizziamo adesso il film da diverse prospettive riguardanti il tempo (inteso come durata, ritmo, tempo dello spettatore, riferimenti temporali, …).

1) Dimensione temporale del titolo: sarò banale, ma non così tanto, ricordandovi che il titolo è già un chiaro riferimento temporale ad un’epoca (la prima guerra mondiale, tutta minuscola perché le guerre non ci piacciono) e ad un periodo preciso del conflitto, ovvero il 1917, che vedeva i contendenti esausti, sfiniti e ridotti alla disperazione (l’Italia si apprestava ad attingere ai ragazzi del ’99).

2) Un’ambientazione temporale precisa: l’azione si sviluppa in un giorno preciso del 1917, ovvero il 6 aprile, una data concreta che induce nello spettatore la sensazione di trovarsi coinvolto in una storia vera, con personaggio, situazioni ed eventi reali.

3) Un’urgenza vale più di mille conflitti: i due giovani soldati Tom e William devono portare un messaggio al colonnello Mackenzie entro poche ore altrimenti il suo plotone finirà in un’imboscata. L’urgenza e il chiaro pericolo incombente rendono chiara la posta in gioco per i protagonisti (e per il pubblico). In questo viaggio ogni secondo diviene prezioso. Non a caso la colonna sonora a volte risuona simile al ticchettio di un orologio.

4) Senza via di ritorno: non solo i due soldati sono coinvolti in un viaggio contro il tempo, ma non possono rinunciare a questo viaggio, perché in gioco non c’è solo la vita di un plotone, ma anche del fratello del soldato Tom Blake che combatte agli ordini del colonnello Mackenzie. Un elemento in più per far scorrere il tempo con maggiore apprensione e per evitare che i due soldati si fermino e dicano: “Sai che c’è… lasciamo stare!”. Questo espediente narrativo si chiama lock-in, viaggio senza ritorno.

5) Il piano sequenza infinito: sai di cosa si tratta vero? Un piano sequenza è una scena (o più scene) che vengono realizzate senza tagli/salti d’inquadratura, dando la sensazione di assistere alle azioni come se si svolgessero in tempo reale (adesso lo sai!). In 1917 l’occhio della camera da presa si mette in cammino con i due giovani soldati e senza interruzioni li accompagna per tutto il viaggio. Questa scelta stilistica (una scelta di regia e non di sceneggiatura) comunica allo spettatore un profondo legame con i due protagonisti, ci si sente sempre al loro fianco, e trasmette l’ansia di un viaggio che non può fermarsi e che sembra trascorrere in modo realistico e inesorabile passo dopo passo.

6) Ti ho detto una bugia: in realtà c’è un’interruzione nel piano sequenza, circa a metà del film. Infatti 1917 è suddiviso in 2 lunghi piani sequenza interrotti da una transizione a nero. Perché ti ho mentito? Perché sono fatto così, mi piace giocare con te, mio caro lettore maschio e leggermente nerd, ma soprattutto perché voglio farti riflettere su cosa accade nel passaggio tra un piano sequenza e l’altro. Tra queste due macro-sequenze c’è una transizione a nero, una vera e propria pausa narrativa, che oltre a dare respiro (tempo) al pubblico, ci comunica che del tempo è trascorso tra una sequenza e l’altra (un tempo che non viene narrato, ma comunicato attraverso un’ellissi). Queste ellissi/paue servono appunto a questo, a comunicare un salto temporale.

7) La lunghezza (in metri) della sceneggiatura: in un interessantissimo make-off del film, il regista Sam Medes racconta come nei 6 mesi di preparazione alle riprese (quanto tempo!) ha testato più volte con gli attori la durata della sceneggiatura sia in termini di cronometro sia in termini di distanza percorsa durante il viaggio narrato. In poche parole regista e attori hanno letto la sceneggiatura camminando e dandole una dimensione spaziale. Non penso di essermi espresso in modo chiaro. Perché non ti guardi il video di questo dietro le quinte su YouTube e mi eviti la fatica di rispiegarti questo concetto?

8) Il peso una pagina di 1917: la sceneggiatura del film è di circa 120 pagine che su video diventano 119 minuti. Fai questo complicatissimo calcolo: pagine/minuti, e troverai il peso della pagina. Mi raccomando, usa la calcolatrice, l’operazione sembra molto complessa. (sarcasm)

9) Il ritmo delle azioni in sceneggiatura: la sceneggiatura di 1917 è ricca di azioni e movimenti, in quanto si tratta di una vera e propria Odissea ambientata nella prima guerra mondiale (minuscolo tutto sempre). È interessante osservare come, in sceneggiatura, sono state riportate le descrizioni delle azioni e dei movimenti, per comprendere come il ritmo del dramma è stato comunicato sul foglio. Osserva questo estratto preso da una scena iniziale (siamo circa a pagina 25 della sceneggiatura) dove i due soldati si muovono furtivi (senza parlare) nella terra di nessuno.

Apprezza come le varie azioni sono suddivise in piccoli paragrafi. Ogni gruppo di azioni è separato dalle altre per comunicare il senso di un vero e proprio discorso che viene comunicato attraverso i movimenti dei personaggi. In queste pagine, in tutta la sceneggiatura in realtà, gli autori ci comunicano come le azioni trascritte sono significanti e richiedono un tempo di realizzazione e di assimilazione (da parte dei personaggi e del pubblico). La suddivisione in brevi paragrafi ci permette di comprendere il ritmo, l’andamento della scena e d’intuire i passaggi emotivi dei personaggi coinvolti. Meraviglioso da leggere!

10) le riflessioni sul tempo sarebbero ancora molte ma… lascio a te ulteriori spunti da suggerirmi (scrivimi, non fare il timiderrimo). Un’ultima riflessione la lancio: quanto dura una scena? Quando ho iniziato a leggere la sceneggiatura di 1917 mi aspettavo che, dato che lo sceneggiatore è anche regista del film, non fosse presente una vera e propria suddivisione in scene. Ovvero: mi aspettavo di leggere un flusso continuo di azioni. In realtà gli sceneggiatori hanno realizzato un lavoro molto preciso di suddivisione in scene in base ai differenti luoghi in cui si muovono i personaggi. Le scene di 1917 sono molto lunghe, diverse pagine, questo deriva dal fatto che, non essendoci salti temporali ed essendo l’unità di azione sempre concentrata sull’obiettivo dei due soldati, l’unico elemento che crea discontinuità risulta essere il passaggio da un luogo all’altro. Generalmente delle scene molto lunghe (una scena è lunga dal mio punto di vista quando si va oltre le 2 pagine) conferiscono un ritmo molto lento alla storia, in questo caso però grazie al senso urgenza, al punto di vista incollato al piano sequenza e al continuo movimento dei protagonisti si percepisce un ritmo incalzante in continuo senso di lotta contro il tempo.

Scrivimi i tuoi pensieri. Se hai tempo.

(mi è appena venuto in mente 11 la ciclicità della struttura…)

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