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5 film di Natale 5 riflessioni sulla sceneggiatura

In questo articolo propongo la visione di alcuni film di Natale accompagnati da suggerimenti e spunti legati alla sceneggiatura.

Forse non tutti sanno che ho la propensione a mettermi nei guai.

Ingenuamente, a inizio dicembre ho annunciato pubblicamente che avrei scritto un articolo legato ai miei film di Natale preferiti. Bene, ho passato i restanti giorni di questo freddo dicembre (è il 20 dicembre mentre sto scrivendo) a vedere e a rivedere film natalizi e a tormentarmi su cosa avrei dovuto scrivere in questo articolo.

Puro panico da prestazione. Ma ho dato la mia parola e ci tengo a mantenere almeno in parte la mia promessa.

Perché dico: “Almeno in parte”? Perché ho come la sensazione che aggiornerò questo articolo di anno in anno. C’è tanto materiale da visionare, tanti approfondimenti da realizzare, e dopo 20 giorni monotematici sui film di Natale (il mio avvento cinematografico) sento che potrei andare avanti ancora per giorni, ma citando Shakespeare: “Anche no”.

Qui di seguito trovate dei brevi commenti a 5 film natalizi che vale la pena vedere, se non altro per riflettere su alcuni spunti di scrittura. Questo articolo funge un po’ da classifica, dal meno apprezzato (da me) al più amato (sempre da me). Pronti? Sicuri? Forza, facciamo partire la slitta.

5. Miracolo sulla 34ª strada

Ho visto questo film nelle 2 versioni, quella del 1947 e quella del 1994. Ho sofferto durante entrambe le visioni e in entrambi i casi sono arrivato al finale chiedendo pietà.
Detto questo, consiglio vivamente la visione di queste due opere per non cadere più negli stereotipi del passato. Nella versione del 1947 vi chiedo di analizzare con attenzione i caratteri secondari, ovvero tutti i personaggi che si muovono sullo sfondo, e noterete come la favola della trama principale si fonda su una disparità e indifferenza sociale raggelante. Tutti i personaggi secondari sono poveri, servi, marginali, ma felici, come in una sorta di film dell’orrore. Probabilmente tutti e tutte diventeranno i protagonisti di Us di Jordan Peele, horror del 2019 in cui le classi sociali schiacciate prendono il potere.
Ok, qual è lo spunto di scrittura? Abbiate rispetto dei vostri personaggi secondari perché delineano l’orizzonte in cui si muove la vostra storia e mettono in luce la visione che abbiamo del mondo (nel caso di Miracolo sulla 34ª strada, una visione capitalista e borghese totalmente indifferente nei confronti delle altre classi sociali). Non siate superficiali nei loro confronti, oppure verranno a prendervi (in un altro film).

4. Una poltrona per due

Non vedevo questo film da circa 20 anni. Un po’ perché non l’avevo mai associato alla MIA visione del Natale. Un po’ perché essendo fondamentalmente un bastian contrario non volevo vedere quello che TUTTI gli altri vedevano. Ma alla fine l’ho ri-visto e sono contento di averlo ri-visto con occhi nuovi.
Adoro Murphy, adoro Aykroyd, adoro Landis, adoro Belushi, adoro il Natale e adoro le commedie di una volta.
Detto questo, alcune parti del film non stanno invecchiando benissimo, e qui si apre un dibattito molto interessante che non ho nessuna intenzione di affrontare in questa sede.
Quello che più mi ha interessato in quest’opera è l’uso che fa Landis del coro. Quando lo ri-guardate soffermatevi sulle scene in cui i personaggi diventano coro e osservate come le reazioni (o azioni) del coro amplificano gli effetti comici.
L’altro spunto di riflessione è quello legato al concetto (il tema) che unisce tutta l’azione drammatica del film: il nostro destino è segnato dalla natura (innatismo) o dall’ambiente in cui cresciamo (ecologia)? Attenzione però anche qui, analizzando l’opera troverete che la risposta del film è “sia come sia, i soldi risolvono tutto”. C’è da chiedersi: è quello che gli autori volevano comunicare? Sull’interpretazione del film e sul suo messaggio potrete trovare fior fiore di discussioni in rete. Molto interessante.

3. Mamma ho perso Die Hard

Non è un scherzo, anzi sì, lo è.
Abbiamo qui due tra i più iconici film di Natale, Mamma ho perso l’aereo del 1990 e Die Hard del 1988. Due film d’azione, ovvero due film in cui l’azione è l’elemento principale e trainante.
Volete imparare a scrivere una storia? Bene. Guardate questi due film e segnate tutte le azioni che compiono i personaggi. Otterrete pagine e pagine di verbi interessantissimi e utilissimi per comprendere come si intrecciano le azioni e le reazioni.

Vi sembra troppo faticoso? Leggetevi le sceneggiature (le trovate online con una semplice ricerca) ed evidenziate i verbi che caratterizzano le azioni. Troppa fatica anche qui? Non sai come fare? Domanda: sei sicuro che ti interessi la sceneggiatura?

Entrambi sono film d’azione, uno è una commedia per tutta la famiglia, l’altro invece potrebbe segnare la crescita dei vostri piccini (c’è tanta violenza, parolacce e canottiere insanguinate). Quindi ricordate: molto dipende da come calibrate le conseguenze della azioni dei vostri personaggi (ovvero le reazioni), questo è determinante per delineare il genere (e il pubblico) della vostra opera. Sia John MacClain (Die Hard) che Kevin MacCallister (Home Alone) sparano ai malviventi, ma mentre in uno riscontriamo un effetto comico, nell’altro l’effetto è sanguinario. In uno la pistola è giocattolo, nell’altra è un bel pezzo di metallo. Quindi: calibrate e meditate.

2. Nightmare before Christmas

Sapere cosa penso ogni volta che rivedo Nightmare before Christmas? Penso: “Ah, è vero! È un musical. Come ho fatto a dimenticarlo?”.
C’è chi è intollerante al lattosio, c’è chi è allergico alla polvere, c’è chi si fa tante domande quando vede un musical. Io ad esempio mi chiedo sempre: “Ma per che CAVOLO cantano? Sono impazziti?”.
Con questo film MERAVIGLIOSO di animazione del 1993 io non me lo chiedo (quasi) mai. Perché?
Perché se andate a vederlo con la lente dello sceneggiatore vi renderete conto che in questo film le canzoni sono quasi sempre scritte per portare avanti l’azione, per prendere delle decisioni, per affrontare delle situazioni, MAI per soffermarsi e indugiare su ciò che è già noto. In poche parole: le canzoni di Jack, il protagonista, sono come azioni. Per questo diventano più accettabili e funzionali nella storia.
In altri film natalizi come Festa in casa Muppet (1992) o Qualcuno salvi il Natale (2018) o Il Grinch (2000), questo non accade e mi escono le bolle sulla cute alla prima nota, come mai? Perché in queste opere la canzone è un accessorio che commenta delle situazioni che noi (spettatori) già conosciamo e che ci fanno esclamare fin dalle prime rime: “Perché CAVOLO state cantando?”. Questo consiglio non è nient’altro che una rielaborazione della metafora dell’Iceberg di Hemingway.

1. S.O.S. Fantasmi detto anche Scrooged

Questo film non l’ho ancora visto. Mi spiego meglio. Io S.O.S Fantasmi detto anche Scrooged (1988) lo vedo solamente la vigilia di Natale, perché per me quest’opera rappresenta il mio personalissimo e sacro portale per accedere allo spirito natalizio.
Vi avviso, il mio commento è totalmente irrazionale, emotivo e acritico.
Ma, ma, ho detto MA, questo mio atteggiamento mette in luce delle questioni chiave dei film natalizi. Sono film che fanno parte di una tradizione (personale) e quindi si basano sulla ripetizione di un’azione in un determinato momento dell’anno.
Io non vedo Scrooged per vederlo, ma vedo Scrooged per ri-vederlo, per ri-percorrere un cammino fatto di volti, situazioni, dialoghi già noti. Non lo scopro, ma lo ri-scopro. Attraverso la sua visione non conosco, ma ri-conosco.
Per questo condivido qui il mio 5º spunto sulla scrittura: nei vostri racconti, storie, sceneggiature natalizie fate in modo che il pubblico possa ri-conoscere degli elementi, possa ri-percorrere una tradizione. Non dimenticatevi del Natale, mentre raccontate il Natale (questa massima la potete applicare anche ad altri generi, ad esempio, non dimenticatevi del sangue se il vostro è un film splatter). S.O.S. Fantasmi detto anche Scrooged non si dimentica del Natale né del suo debito narrativo nei confronti del Canto di Natale di Dickens. La rielaborazione nella trama e nel linguaggio è molto marcata, ma la narrazione è sempre riconoscente delle sue origini.

Non fate l’errore di alcuni film pseudo Natalizi come Better Watch Out, horror del 2016 che usa l’atmosfera natalizia senza accoglierla nella trama, o come avviene ad esempio in Batman il Ritorno del 1990 in cui l’ambientazione natalizia è perfino fuorviante in quanto disorienta lo spettatore nell’evoluzione della storia (la sensazione è quella che la vigilia di Natale duri molti giorni e mi è capitato di chiedermi durante la visione: “È ancora Natale?”).

Altri horror come ad esempio Krampus (2015) e Trasporto eccezionale (2010) sanno spaventare con calore natalizio e hanno più probabilità di entrare a far parte di qualche tradizione. Anche di queste due opere vi consiglio la visione. Stupende.

Uscendo dall’ambiente horror, avete visto Klaus? Si tratta di un film di animazione prodotto da Netflix nel 2019, nel quale trovate tutti i principali topoi (è un termine colto che ho imparato all’università e che uso ogni tanto per darmi un tono, significa “motivi ricorrenti”) dicevo tutti i principali topoi delle fiabe di Natale, rielaborati, trasformati e reinterpretati. Un’operazione molto interessante. Da guardare e studiare!

Alla fine erano molti più di 5 film e di 5 consigli e mi sono dilungato, lo so.
Ma è Natale! <3

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